Ti abbiamo già parlato delle cose più famose da vedere in Abruzzo, ma forse non ti abbiamo detto che l’Abruzzo è anche una regione ricca di borghi davvero singolari, suggestivi, interessanti da visitare e soprattutto da fotografare.
Quindi se passerai qualche giorno di vacanza in Abruzzo, oltre a rilassarti tra un tuffo e l’altro nello splendido mare d’Abruzzo, prendi nota dei nomi qui seguito e ritagliati qualche ora per visitarli, ti garantiamo che ne varrà assolutamente la pena!
Tra i tanti borghi in Abruzzo abbiamo voluto selezionare i 5 che trovi qui di seguito, per la loro singolare storia e particolarità, siamo sicuri che apprezzerai anche tu.
Ci siamo? Partiamo con i 5 borghi d’Abruzzo da vedere durante il tuo prossimo soggiorno in Abruzzo.
Scanno il borgo di orafi, fotografi ma non solo…
Tra i borghi in Abruzzo da vedere non potevamo non citare Scanno, conosciuto come il borgo degli orafi e dei fotografi ma anche per il lago a forma di cuore di cui abbiamo già parlato nei laghi italiani più belli da visitare.
Scanno stupisce, Scanno catturerà la tua anima e quella di tutti quelli che ci sono passati. Scanno è un immenso serbatoio di immagini potenti che hanno attraversato gli anni senza mai prendere una ruga.
Ti vogliamo elencare 5 motivi che ti faranno sicuramente innamorare di Scanno!
Scanno, paese d’arte
Se non lo sai il borgo di Scanno è conosciuto anche come la “Città dei fotografi” ed è stato oggetto di studio fra i fotografi più importanti del XX secolo.
Henri Cartier-Bresson, Hilde Lotz-Bauer, Mario Giacomelli, Renzo Tortelli, Gianni Berengo Gardin, Ferdinando Scianna ma anche tutti noi vogliamo portare a casa un pezzo di Scanno fotografando i suoi particolari.
Sul muro di fronte alla Chiesa San Rocco trovi la targa che rende onore ai fotografi che hanno saputo cogliere tutta l’essenza di Scanno.
Pensa che “Il bambino di Scanno” è una foto scattata da Mario Giacomelli, esposta al Museo d’Arte Moderna di New York (MoMA) e risale al 1957
Scanno il borgo di orafi
Basta passeggiare per il corso principale per vedere quante botteghe di orafi ci sono ancora a Scanno. Le mani d’oro di questi artigiani creano gioielli preziosi e delicati, delle vere opere d’arte. Tra i gioielli tipici scannesi spicca la presentosa, un medaglione ad alto e svariato significato simbolico.
Per esempio, la presentosa con al centro due cuori legati da una chiave o una lastro è una promessa di matrimonio; i futuri suoceri la regalano alla nuora come “pegno d’amore”.
Scanno e le tradizioni Ieri e oggi
Le tradizioni e gli abiti tipici sono indossati anche con grazia dalle bambine. Il tipico abito locale femminile, etnico ed elegante allo stesso modo, viene indossato almeno due volte all’anno, a maggio ed il 14 agosto durante il ju catenacce, un evento festivo che rievoca il tipico corteo nuziale scannese.
La bellezza del borgo
Non a caso Scanno è uno dei borghi più belli d’Italia! Impossibile non lasciarsi incantare dall’atmosfera dei suoi vicoli e dal profumo di legna bruciata che si respira nelle fredde giornate d’inverno. A Scanno il tempo si legge in piazza, alzando la testa verso la meridiana dal fascino antico.
Scanno e l’amore con il suo lago a cuore che offre un panorama romantico ed unico a chi lo guarda con la giusta prospettiva.
Ricordati di assaggiare il dolce tipico di Scanno. Il dolce locale, è un cuore di miele e mandorle ricoperto di cioccolato fondente. Il suo nome rende omaggio all’animale che vive in questa terra: il pan dell’orso.
Come arrivare a Scanno
Sull’autostrada A-25 prendi l’uscita Cocullo e prosegui per 20 km in direzione Scanno. La strada, che si snoda tra le gole del Sagittario, ci offre lungo il suo percorso il lago di San Domenico, poco dopo sulla destra il borgo di Villalago, e il lago di Scanno. Arrivato a quest’ultimo, prosegui per qualche km fino all’arrivo al paese.
Frattura Vecchia, il borgo dove il tempo si fermò 100 anni fa
In Abruzzo puoi trovare alcuni posti che hanno smesso di vivere, dove la natura ha lentamente invaso i ruderi di quello che una volta erano delle case. Andare a visitare un borgo fantasma è una scelta per non dimenticare.
Il 13 gennaio 1915 la vita si fermò per sempre a Frattura Vecchia.
Il terremoto della Marsica decimò quasi la metà degli abitanti del borgo, soprattutto donne e bambini morirono quel giorno. La maggior parte degli uomini non erano presenti, emigrati per lavoro in Puglia e negli Stati Uniti.
Del borgo è rimasto ben poco, poche case e pareti reggono ancora, solitari testimoni dell’accaduto.
La lussureggiante vegetazione è ormai diventata padrona del luogo, si arrampica sui ruderi e rende così Frattura Vecchia un luogo alle volte melanconico, dove il tempo è fermo, alle volte di una bellezza unica, dove la forza della natura riprende il suo corso e il suo posto.
Devi sapere che il centro di Frattura “nuova” fu ricostruito negli anni 30 su un altro sperone, oggi abitato da 19 anime; è l’unica frazione di Scanno.
Come arrivare a Frattura Vecchia
Sull’autostrada A-25 prendi l’uscita Cocullo e prosegui per 20 km in direzione Scanno. Lungo questa strada unica e incantevole troverai due laghi, prima il lago di San Domenico e poi il lago di Scanno.
Arrivato a quest’ultimo, resta sulla sponda sinistra del lago (ss 479) e una volta superatolo trovi sulla sinistra l’insegna per Frattura, imbocca la strada e prosegui fino al paese.
La strada sale per 6 km e ha una bellissima visuale sul lago e sul paese di Scanno.
Appena arrivi al paese, in realtà poche case, trovi un’indicazione per Frattura Vecchia, prendi la strada a sinistra e prosegui per circa 3 km. La strada asfaltata lascia spazio a quella brecciata, non farti spaventare da qualche buca, ancora pochi km e sarai arrivato!
Villalago, paese di una volta
Villalago è il tipico borgo in Abruzzo arroccato con antiche case in pietra, scalinate, vicoli stretti e piazzette panoramiche sulla foresta, non a caso è uno dei borghi più belli d’Italia.
A Villalago ti basta alzare gli occhi per trovare uno strumento che ha attraversato le epoche e le culture; dal Neolitico all’antico Egitto, alla civiltà Greca e Romana: la meridiana.
In Abruzzo le meridiane murali sono dovunque, non a caso a Villalago ce ne sono almeno due.
Questi orologi solari permettono di leggere l’ora in base alla posizione del sole.
Per questo motivo trovi solitamente più di una meridiana per paese, perché ogni meridiana è in grado di mostrare l’ora solamente per il periodo dell’anno e del giorno in cui la parete è illuminata dal sole.
Ci sono due musei molto interessanti da vedere nel centro storico:
- Il Museo Tradizioni del lavoro e della religiosità popolare nella struttura del vecchio municipio
- e il Museo dell’Arte Contadina nella torre medievale in cima al paese.
La domenica prima di ferragosto è il giorno della rievocazione del matrimonio d’epoca.
Sia i musei che la rievocazione del matrimonio sono legati a Villalago in festa, un progetto nato per riscoprire i mestieri, le vecchie botteghe, le tradizioni, i personaggi, la cucina tipica ma soprattutto per riscoprire la storia di Villalago.
A Villalago esiste una forte fusione tra passato e presente vissuta tramite manifestazioni di rievocazioni di tradizioni e collezioni di oggetti significativi che offrono un’esperienza più completa e profonda del borgo.
L’eremo di San Domenico
Non si può andare a Villalago senza visitare l’eremo di San Domenico. Per visitare l’Eremo, attraversa il ponte pedonale sul lago e prosegui fino ad un portico dove si trova la chiesetta dedicata a San Domenico.
La prima cosa che puoi ammirare nel portico sono i 4 dipinti che narrano i miracoli di San Domenico:
- Il miracolo delle fave,
- il bambino restituito dal lupo,
- la trasformazione dei pesci dell’ingordo in serpi
- e il ragazzo caduto dalla quercia.
Il Santo e i suoi miracoli vengono celebrato non solo a Villalago ma in tutto l’Abruzzo.
Entra adesso nella chiesa e supera l’altare, troverai una porta con dietro una scalinata di pietra con gradini alti, lì sopra si trova il rifugio di San Domenico.
Questa grotta scavata dal Santo intorno all’anno 1000 fu il suo rifugio dove visse in solitudine nella preghiera e penitenza per 7 anni.
Come arrivare a Villalago
Sull’autostrada A-25 prendi l’uscita Cocullo e prosegui per 15 km in direzione Scanno-Villalago.
Non affrettarti nell’arrivare a Villalago, i tuoi occhi meritano di godere lentamente del panorama lungo la ss 479.
Da Anversa, un’altro borgo da visitare, il primo paese che incontrerai, la strada si farà stretta e inizierà a snodarsi tra le pareti rocciose delle gole del Sagittario. Questo tratto di strada è uno dei più suggestivi d’Abruzzo!
Appena arrivi ad una centrale dell’Enel troverai un lago sulla destra e sulla cresta della montagna scorgerai delle case, ecco, quel paesino è Villalago. Prosegui per un paio di km e sarai arrivato a destinazione.
Santo Stefano di Sessanio, da paese fantasma a gioiello recuperato
Santo Stefano di Sessanio è borgo medievale interamente costruito di pietra calcarea, situato a 1251 metri d’altitudine.
A lungo abbandonato, è stato riscoperto nel 2004 da un giovane imprenditore di origini svedesi, Daniele Kihlgren; acquista una parte del borgo per creare un albergo diffuso che ti fa tornare letteralmente indietro nel tempo (ti possiamo garantire che l’esperienza che si fa qui è davvero suggestiva!).
Il suo arredo essenziale, fatto di pietra e legno, mescola antico e lusso moderno per esaltare il calore delle dimore del passato. → Puoi prenotare una camera direttamente da qui
Questo piccolo paese di pietra su una collina, è immerso nel verde; abitato da appena una centinaia di persone, il tempo sembra essersi sospeso dentro i suggestivi vicoli stretti, sotto i suoi archi e gallerie dove sono presenti botteghe di artigianato e negozietti di prodotti tipici, si spazia così dalle lavorazioni di ceramica, legno, lana e saponi alle famose lenticchie di Santo Stefano e altri legumi, tutti coltivati in altura.
Come arrivare a Santo Stefano di Sessanio
Da Roma: autostrada A-24 in direzione L’Aquila, prendi l’uscita per L’aquila Est e prosegui per la ss 17 in direzione Bazzano, continua su ss 17 fino a Barisciano e poi proseguire per Santo Stefano. Tempo di percorrenza 1h 50’.
Da litoraneo adriatico nord: autostrada A-14, prendi l’uscita Teramo-Mosciano S.Angelo e prosegui per autostrada A-24 fino all’uscita di L’aquila Est, prosegui in direzione Bazzano e poi Barisciano continuando su ss 17, da qui segui le indicazioni per Santo Stefano.
Da litoraneo adriatico sud: autostrada A-14, prendi svincolo per A-25 in prossimità di Pescara ed esci a Bussi-Popoli, prosegui su ss 153 in direzione Bussi-Navelli e successivamente prendi la ss 17 per Barisciano, da qui segui le indicazioni per Santo Stefano.
Rocca Calascio, il tetto d’Abruzzo
È il momento di salutare Santo Stefano per raggiungere un altro borgo d’Abruzzo medievale incantevole dove sorge uno tra i 15 più belli castelli al mondo, premiato da National Geographic, si tratta del castello di Rocca Calascio.
Rocca Calascio, se hai più di 40 anni, ti è già noto da tempo, senza che tu lo sappia, è già presente in una parte dei tuoi ricordi, di quelli che hai rimosso perché di dimensione troppo piccola, esattamente piccola quanto un francobollo, Rocca Calascio infatti era stampata nei vecchi francobolli da 50 lire.
Il castello che vedi è situato a ben 1460 metri s.l.m e risale all’anno 1000. Anche se non lo abbiamo inserito tra i castelli più belli da vedere in Italia, questa è la più alta fortificazione d’Abruzzo.
Da qui su si ha una panoramica a 360°, con il monte Sirente e il Velino a Ovest, il Gran Sasso a nord e la piana di Navelli a sud. La visuale è unica, e ogni stagione offre una nuova prospettiva.
Ti trovi in mezzo a delle rovine di una suggestività unica, circondato da enormi blocchi di pietra che una volta erano eretti in pareti… Del castello diroccato sono rimaste le quattro torri e il torrione che dominano fieramente il paesaggio.
Salendo sulla torre è possibile vedere un tempietto, come mostra il video sotto, costruito verso il 1400 dai pastori in omaggio alla Madonna dopo una battaglia vinta contro un gruppo di briganti.
Da lì, si potrà anche vedere qualche gregge di pecore a pascolare, a fine estate però è momento di transumanza, dall’Aquila si parte per Foggia alla ricerca di nuovi pascoli e di un inverno più clemente.
Il castello è un luogo magico dove spesso la realtà si è mescolata alla fantasia, diventando il set cinematografico di alcune scene di film di fama internazionale, come Il nome della rosa con Sean Connery, tratto dall’omonimo romanzo di Umberto Eco, oppure, The Americans con Georges Clooney, o ancora, l’indimenticabile storia di amore, LadyHawke con Michelle Pfeiffer.
Nel borgo sotto la Rocca, c’è la grotta dei formaggi: La Taberna di Rocca Calascio, assolutamente da assaggiare uno dei tanti pecorini stagionati.
Come arrivare a Rocca Calascio
Da Santo Stefano prendi la SP 7 e continua in direzione di Calascio per 5 km, una volta giunto al paese segui per la rocca, che dista un paio di km.
Nel periodo estivo è obbligatorio parcheggiare all’imbocco della strada che prosegue verso la rocca, le possibilità sono due: camminare per due km o prendere una navetta al costo di un paio di euro.
Campo Imperatore, il piccolo Tibet d’Europa
Ti sei perso nelle stradine medievali di Santo Stefano? Sei salito in cima a Rocca Calassio? Se pensi che non si possa vivere un’esperienza ancora più impattante, sbagli! E te lo dimostriamo con questo posto in Abruzzo che devi assolutamente vedere.
Ora ti catapultiamo in Tibet, si hai letto bene, esiste in Abruzzo un posto così simile ai paesaggi tibetani, che viene soprannominato Piccolo Tibet.
Campo Imperatore non è un borgo ma è un vasto altopiano, di origine glaciale e carsico-alluvionale, un posto dove puoi vivere non un’unica esperienza memorabile ma mille in funzione dell’attività che decidi di svolgere; questo posto situato a circa 2.000 metri slm è amato dagli sciatori, dai ciclisti, dai motociclisti, dagli escursionisti e dai semplici passeggiatori.
L’esperienza in questo vasto altopiano comincia sin dalla strada a zigzag che porta a Campo Imperatore, il paesaggio in questo momento dell’anno è verdeggiante, mandrie di mucche pascolano in tranquillità su ampie piane, il Corno Grande come sfondo.
Qui non c’è rete, quindi spegni il telefono ed apri gli occhi…
Il primo ad usare l’appellativo “Piccolo Tibet” per rappresentare Campo Imperatore fu l’alpinista Fosco Maraini, tanto la somiglianza con la valle di Phari Dzong era forte.
Una cosa è certa, Tibet o non Tibet, il paesaggio qui è totalmente diverso da tutto quello che hai conosciuto prima.
Sulla piana, esiste un laghetto, chiamato Lago di Petranzoni che serve come abbeveratoio per gli animali di passaggio.
Se sei fortunato o paziente vedrai succedersi, mucche e greggi di pecore assetate che fanno la stagione estiva in alta quota, una vera immagine da cartolina.
Se prosegui la tua strada, potresti anche imbatterti faccia a faccia con dei cavalli selvatici, molti di loro non sono diffidenti, si fanno avvicinare e addirittura accarezzare.
Non c’è da stupirsi se Campo Imperatore è stato usato come sfondo di svariati film, video clip, pubblicità con personaggi famosi internazionali ed italiani, come Leonardo DiCaprio, Georges Clooney, Elisa e Giorgia.
Devi sapere però, che in un’epoca più remota, nel 1919, Campo Imperatore è stato anche lo scenario di un evento che scioccò terribilmente la popolazione locale; un giorno d’ottobre, una tempesta di neve improvvisa si portò via un pastore e i suoi due figli; la moglie, impazzita dal dolore morì nel tentativo di aiutarli. Anche il gregge di cinquemila pecore del pastore fu ritrovato decimato.
Per ricordare questo terribile evento, delle sculture molto suggestive sono state create, rappresentano l’immobilità del pastore con i figli, di fronte alla moglie in cerca un ultimo abbraccio.
Poco lontano da queste statue, a Fonte Vettica, c’è la così detta zona dei “macelli”, è qui dove troverai chioschetti in legno che vendono vino montepulciano, formaggi DOC e gli inconfondibili arrosticini.
Troverai anche varie fornacelle per potersi cucinare la propria carne, l’ambiente che si respira, oltre alla purezza delle montagne e all’odore di pecora è di sana felicità condivisa, c’è chi cuoce gli arrosticini scambiando parole con gli altri “cuochi” del giorno e chi si distende sulle panche sorseggiando vino e chiacchierando con gli amici, chi canta canzoni popolari suonando l’organetto o la chitarra.
A Campo Imperatore trovi anche:
Una stazione sciistica con 3 impianti che coprono 15 km di piste per lo sci alpino, 60 km di piste per lo sci nordico, un anello per lo sci di fondo e un snow park per lo snowboard.
Molteplici itinerari per escursioni a piedi, in bici o a cavallo. L’ippovia del Gran Sasso offre un percorso ad anello di circa 300 km, che gira intorno al massiccio collegando i versanti aquiliani, teramani e pescarese del Gran Sasso, è il più lungo percorso d’Italia.
Un Osservatorio per ammirare le stelle, aperto alle visite di gruppo, solo previa prenotazione, almeno un mese in anticipo.
Un Hotel (Hotel Campo Imperatore, noto anche come Albergo di Campo Imperatore), passato alla storia come ultima prigione di Mussolini nel 1943 (prima della sua liberazione dai soldati tedeschi con l’operazione Quercia) è ancora un luogo di pernottamento (attualmente chiuso poiché si trova in fase di ristrutturazione)
Come arrivare a Campo Imperatore partendo da Rocca Calascio
Dopo aver visitato la rocca, scendi verso il borgo di Calascio e prendi la SP 7 in direzione Castel del Monte, approfitta per una piccola camminata nel borgo inserito nel club dei Borghi più belli d’Italia. Da qui prosegui su SS 17bis per più di 20 km in direzione Fonte Vetica-Campo imperatore. La strada taglia in due una distesa verde che si alterna a piccole colline, tra il verde spuntano greggi di pecore, mucche e qualche cavallo che pascolano liberamente.
Un consiglio, non perderti nemmeno un minuto del paesaggio che ti circonda, difficilmente troverai un altopiano di tale bellezza in Italia!
Questa strada è consigliata nei periodi senza innevamento, viene chiusa per motivi di sicurezza in caso di neve.
In inverno puoi raggiungere Campo Imperatore in automobile uscendo dall’A24 ad Assergi e proseguendo per Fonte Cerreto; da questa località puoi utilizzare la funivia del Gran Sasso per raggiungere le piste per lo sci alpino.