Parco Nazionale della Sila: saperi e sapori

Il Parco nazionale della Sila è stato istituito nel 1997 e al suo interno custodisce uno dei più significativi sistemi di biodiversità. Ecco qualche info utile su questo magnifico parco

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Parco Nazionale della Sila - Foto R. Licastro

Il Parco Nazionale della Sila si estende nella zona settentrionale della Calabria, abbracciando e tutelando una delle zone più suggestive e selvagge di tutta la regione. Il Parco fu istituito nel 1997, ma per ragioni burocratiche si rese una realtà concreta solo nel 2002. Da allora il Parco è andato a tutelare la biodiversità incredibile che si trova nei vari habitat naturali presenti in ben 74.000 ettari di terreno.

Come la maggior parte delle aree protette italiane anche la Sila è suddivisa in varie zone in base alla protezione ambientale che si effettua in essa.

La zona 1 è quella in cui la tutela paesaggistica ed ambientale è massima, per cui l’antropizzazione viene ridotta al minimo, cercando di lasciare l’area il più naturale e selvaggia possibile.

La zona 2, invece, è quella in cui ricadono i comuni con i suoi graziosi centri abitati e le attività agro-silvo-pastorali.

L’ente parco se da un lato cerca di tutelare la straordinario ambiente della Sila, compresi gli animali e le piante, dall’altro cerca di promuovere anche lo sviluppo di quest’area, incentivando il turismo sostenibile che porti la gente a vivere esperienze rigeneranti a contatto con la natura.

Sila … non solo natura

Il parco della Sila offre non solo paesaggi naturali meravigliosi e la possibilità di praticare numerose attività sportive, per le quali si rimanda a leggere l’altro articolo “Parco Nazionale della Sila: sport e attività”.

Foto aretrius2010

Il territorio è stato plasmato e modellato dalla natura insieme all’uomo, che lo ha in parte trasformato per renderlo produttivo.

Oggi uno dei settori trainanti di questa regione è proprio l’agricoltura che insieme alla pastorizia rendono la Sila interessante anche ai cultori della buona tavola.

La Sila è stata riconosciuta come la zona d’Italia più ricca di funghi con i quali si preparano dei piatti gustosi e corposi, dalla pasta ai secondi. Anche la patata ricopre un ruolo di primo piano, in particolare la “patata silana” è stata insignita nel 2010 del marchio I.G.P..

L’allevamento di bestiame è molto diffuso e spesso si tramandano ancora antiche tradizioni come la transumanza e l’usanza di portare gli animali fin su all’alpeggio.

Pecore e mucche che si cibano di erbe di montagna saporite producono un latte corposo e profumato, impiegato come base per le prelibatezze casearie silane.

Le mucche della Sila – Foto A. Colaccino

La provola, il burrino, le ricotte, le caciotte e le giuncate sono solo alcune delle leccornie da assaggiare in questo territorio… anche se primo fra tutti bisogna ricordare il caciocavallo, uno dei più antichi formaggi a pasta filata prodotti nel sud d’Italia ed insignito del marchio D.O.P..

Nelle montagne e nelle colline della Sila vengono allevati anche i suini, in particolare i maiali neri della Calabria, dai quali si ottengono salsicce, soppressate, capocollo ed altri insaccati dal gusto inconfondibile.

Passeggiando per i sentieri del parco non è raro imbattersi in piantagioni di noci ed in castagneti e da questi frutti secchi nascono prodotti tipici come il pane di castagne e la “pitta ‘mpigliata”, dolce tradizionale natalizio.

In estate si potranno assaporare le delizie del sottobosco che regala fragoline e more con le quali le donne del posto preparano gustose marmellate.

In ultimo bisogna spendere due parole per gli eccellenti vini e per l’olio extra vergine di oliva, autentici fiori all’occhiello in generale di tutta la regione Calabria.

Tutti questi prodotti, ormai da secoli utilizzati dalle massaie nella preparazione di piatti quotidiani, hanno una storia alle loro spalle; ad esempio gli Spagnoli pare introdussero l’impiego delle melanzane e delle patate, mentre dai Romani impararono a cucinare i legumi, i Bizantini introdussero le spezie e gli Arabi fecero conoscere loro il peperoncino rosso piccante, oggi utilizzatissimo in numerosi piatti locali.

Scoprendo la cucina silana si scopre anche un po’ del territorio che si sta visitando e sarà piacevole lasciarsi andare a lauti pasti dove gusti forti e decisi si intrecciano con sapori dolci per regalare straordinarie emozioni anche a tavola.

Alla scoperta dei comuni del Parco

All’interno del Parco Nazionale della Sila ci sono ben 25 comuni, alcuni piccoli e graziosi, meritevoli di una visita di almeno qualche ora.

Ogni borgo ha delle peculiarità e magari risalta per una graziosa chiesetta, ma tra tutti quelli maggiormente degni di nota sono indubbiamente Longobucco, Magisano, Zagarise e Taverna.

In particolare se si è interessanti a conoscere meglio questo territorio si consiglia di visitare i musei legati alla civiltà contadina e alla produzione di prodotti eccellenti.

A Zagarise si può visitare il Museo dell’olio di oliva e della civiltà contadina, un ecomuseo dove vengono fornite informazioni e curiosità per approfondire la cultura radicata da secoli in questo straordinario territorio.

E’ nato nel 2002 con il preciso intento di riqualificare la zona, puntando sulle eccellenze del territorio e divenendo un sito turistico-culturale di grande interesse.

Un altro ecomuseo ha sede a Longobucco; si tratta del Museo dell’artigianato silano e della difesa del suolo.

Aprì i battenti nel 2009 nella splendida cornice dell’ex Convento dei Frati Francescani minori ed anche questo museo nacque dall’idea di promuovere le bellezze e le tipicità della Sila, puntando su componenti essenziali del territorio come la popolazione ed il patrimonio ambientale presente.

Il terzo ecomuseo nato sempre con lo stesso intento è quello presenti ad Albi, strutturato intorno alle attività agro-silvo-pastorali.