Negli ultimi decenni, i Sassi di Matera sono diventati una meta rinomata per registi e viaggiatori, spesso senza però rendersi pienamente conto di cosa rappresenti e perché sia stato il primo sito ad essere annunciato nel sud Italia nel 1993 elencato come “Patrimonio dell’Umanità” dall’UNESCO.
Di conseguenza, alcuni turisti riservano a Matera troppo poco tempo e se ne vanno, perdendo l’occasione di visitare gli angoli più suggestivi di uno dei luoghi più antichi e affascinanti del mondo.
P.S. Matera è gemellata con Petra in Giordania, la famosa città costruita totalmente nella roccia
Devi sapere che Scoprire i Sassi di Matera significa coglierne l’essenza, scoprirne la storia e le tradizioni “dall’interno”, mentre si apprendono i valori che hanno portato i loro antichi abitanti a creare un sistema urbano in completa armonia con la natura e nel rispetto dell’ecosistema.
Per avere un’idea dell ‘”Anima dei Sassi” e capire perché hanno vinto questo prestigioso premio, è appropriato riportare la definizione che l’UNESCO usa per descriverli:
“questo è il più eccezionale ed intatto esempio d’insediamento trogloditico nella regione mediterranea, perfettamente adattato al proprio terreno ed ecosistema. Il primo insediamento risale al Paleolitico, mentre i successivi illustrano un numero significativo di fasi della storia umana”
I Sassi rappresentano quindi per primo l’esempio più importante del nucleo urbano scavato nella roccia, testimone costante dell'”arte della vita in grotta” dal Paleolitico ai giorni nostri.
Inoltre, dall’VIII al IX secolo, numerose comunità monastiche benedettine e bizantine si stabilirono nel materano e nell’altopiano roccioso prospiciente le Murge, usando grotte esistenti e scavandone di nuove per trasformarle in chiese rupestri.
Questi insediamenti monastici sarebbero stati attivi per tutto il Medioevo fino al primo Rinascimento e, in alcuni casi, avrebbero raggiunto un alto livello di evoluzione architettonica e iconografica.
Tra i Sassi e il Parco della Murgia di Matera si trovano più di 150 chiese rupestri, alcune delle quali semplici monasteri, altre di grado, e complessi simbiotici che si sono sviluppati su più livelli.
I Sassi rappresentano quindi per primo l’esempio più importante del nucleo urbano scavato nella roccia, testimone costante dell’ “arte della vita cavernicola” dal Paleolitico ai giorni nostri.
A partire dagli anni ’50 Matera è diventata un set naturale di vari film (al momento se ne contano circa 40) rilevanti (come ad esempio: Il Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini e La passione di Cristo di Mel Gibson, Ben-Hur nel 2016), il che ha aiutato ad aumentare il suo appeal di destinazione turistica.
Sasso Caveoso
Il Sasso Caveoso è uno dei due “Sassi di Matera”, antichi quartieri scavati nella roccia calcarea e strutturati su più livelli, secondo una struttura verticale costituita da terrazzamenti, scalette e stradine che mettono in comunicazione tra loro i vari “vicinati”, i luoghi di aggregazione sociale dei Sassi.
Inizialmente le abitazioni erano semplici grotte; successivamente, con i materiali di risulta dello scavo, sono stati costruiti i cosiddetti “lamioni”, ambienti con la volta a botte che avevano lo scopo di prolungare verso l’esterno la superficie della grotta.
Sasso Barisano
Il Sasso Barisano ha una struttura simile al Caveoso (ambienti scavati con successiva aggiunta di edifici costruiti con i materiali di risulta dello scavo) ma anche un’evidente differenza: nel Barisano le facciate degli edifici sono più curate ed evolute dal punto di vista architettonico, presumibilmente a causa di una maggiore disponibilità di capitali da parte degli antichi abitanti di questa zona.
Cattedrale di Matera
L’imponente cattedrale di Matera, risalente al XIII secolo, è un pregevole esempio di romanico-pugliese.
La facciata principale è caratterizzata da un rosone a 16 raggi sormontato dall’arcangelo Michele e, in basso, da un portale a tutto sesto con una statua della Madonna della Bruna (protettrice, assieme a S.Eustachio, della città di Matera) nella lunetta.
La facciata laterale della cattedrale è abbellita da due portali monumentali: la “porta dei leoni” (così detta per via dei due leoni accovacciati su ciascuno dei suoi lati) e, poco più a sinistra, la “porta di piazza”, sormontata dal bassorilievo di Abramo, padre delle tre religioni monoteiste, tutte presenti a Matera all’epoca della costruzione della cattedrale
Tra le due porte è presente una monofora, finemente decorata, contenente il sarcofago del giudice Saraceno.
L’interno, ampiamente modificato a partire dal ‘600 secondo il gusto barocco, presenta:
- un affresco duecentesco della Madonna della Bruna attribuito a Rinaldo da Taranto,
- un presepe cinquecentesco in pietra, opera di Altobello Persio,
- un altare dedicato a San Giovanni da Matera con un sarcofago contenente le spoglie del santo,
- l’affresco del Giudizio finale, riaffiorato durante alcuni recenti lavori di restauro e attribuito a Rinaldo da Taranto.
Il campanile quadrangolare, alto 52 m. e visibile in tutto il centro storico, ha 7 campane accordate in mi bemolle.
Matera sotterranea e l’antico sistema di raccolta dell’acqua piovana
Il sottosuolo del centro storico di Matera è attraversato da un vero e proprio acquedotto scavato nella roccia, costituito da canalizzazioni, vasche di decantazione e “palombari”, ovvero immense cisterne d’acqua, talmente grandi da essere state definite delle “cattedrali d’acqua”.
Questo complesso sistema di raccolta delle acque parte dalla collina di De Montigny, dove oggi sorge il castello Tramontano, e attraversa, dall’altro verso il basso, tutto il centro storico.
Ma non è tutto: negli annni ’90, durante dei lavori di riqualificazione della piazza principale, è stata trovata una torre aragonese facente parte dell’antica cinta muraria della città e che era stata coperta quando, nei secoli scorsi, si era proceduto ad elevare il piano di calpestio del centro storico.
Non è difficile immaginare quanti “tesori” la città custodisca ancora nelle sue viscere, in attesa di essere scoperti.
Chiesa di San Giovanni Battista
Unico esempio a Matera di chiesa preservata nella originaria architettura romanica sia all’interno che all’esterno, la chiesa di San Giovanni fu completata nel 1233 e inizialmente era conosciuta come Santa Maria la Nova e ospitava nove monache arrivate a Matera da Accon.
Essendo stata costruita fuori le mura della città, nel ‘400 la chiesa fu abbandonata, essendo il luogo ritenuto pericoloso a causa di frequenti scorribande.
Nel 1610 la facciata principale della chiesa venne inglobata nella struttura dell’ospedale costruito accanto e, nel 1695, finalmente venne riaperta al culto, con il nome attuale di San Giovanni Battista.
All’interno è possibile percepire l’originaria atmosfera medievale, grazie anche alla rimozione degli stucchi settecenteschi fatta eseguire nel 1926 dall’abate Marcello Morelli
Curiosità: sulla base di una colonnina presente in fondo alla navata sinistra, è possibile vedere l’iscrizione “DIE 29 DEC … INTERFECTUS COMES” che fa riferimento all’uccisione del conte Tramonato, avvenuta appunto il 29 dicembre del 1514.
Cripta del peccato originale
La cripta è situata a pochi km da Matera, presso la Gravina di Picciano ed è stata scoperta dai soci del circolo culturale “La scaletta” il 1 maggio del 1963, durante un’attività di monitoraggio e inventario dei siti rupestri della zona.
“La Cripta del Peccato originale, nota per i suoi affreschi
come la ‘Cappella Sistina del rupestre'”
La ricerca spasmodica della cripta era cominciata quando l’anno prima uno dei soci del circolo, Raffaello De Ruggieri, incontrando casualmente un contadino della zona, aveva sentito parlare per la prima volta di una “grotta con 100 fotografie di santi” dove il contadino avrebbe dormito da piccolo, quando faceva il pastore.
Durante la primavera dell’anno seguente, il gruppo di soci della scaletta setacciò l’intera Gravina, scoprendo diversi siti rupestri inediti, fino a raggiungere la Cripta del peccato originale o dei “Cento Santi”.
Al momento della scoperta la cripta, che nei secoli era stata trasformata dai pastori in ovile, presentava una superficie affrescata di 42 metri quadrati in cattivo strato di conservazione: con la realizzazione della vicina diga di San Giuliano la situazione degli affreschi peggiorò ulteriormente, a causa dell’aumento dell’umidità dell’aria e delle conseguenti patine di carbonato di calcio, funghi, muschi, cianobatteri ecc.
Quando, nel 2000, la cripta fu donata alla Fondazione Zètema per essere restaurata, gli affreschi erano praticamente invisibili.
La Fondazione ha voluto realizzare un intervento esemplare, tale da diventare un protocollo da seguire per i futuri restauri: prima di procedere al restauro, si è effettuata un’indagine bioclimatica, geologica e uno studio sui cianobatteri e sugli altri microrganismi presenti.
Dopo un lungo restauro, finalmente la cripta è tornata al suo splendore originario e ora i visitatori possono ammirare un ciclo di affreschi, risalente all’VIII-IX sec. e ispirato ai primi capitoli della Genesi, che costituisce un unicum nel suo genere, tanto da spingere alcuni storici dell’arte a definirla entusiasticamente “la cappella Sistina dell’arte parietale rupestre”.
Questo è il sito ufficiale dove puoi prenotare la visita
Casa-grotta tipicamente arredata con mobili, utensili e manufatti d’epoca
La casagrotta è la tipica abitazione dei Sassi, per una parte scavata nella roccia calcarea e per un’altra costruita con i materiali risultati dello scavo.
Le abitazioni dei Sassi, nella maggioranza dei casi, sono state abbandonate dopo la legge speciale voluta da De Gasperi nel 1952, per poi essere sapientemente restaurate a partire dagli anni ’80.
E’ comunque possibile visitare alcune di queste antiche abitazioni, con tanto di arredo originale. (Qui per vedere orari e tariffe per la visita)
Belvedere di Murgia Timone
Si trova a pochi km da Matera, nel cuore del Parco della Murgia Materana, il Belvedere di Murgia Timone regala ai visitatori un panorama davvero mozzafiato del Sasso Caveoso: osservato dall’alto, infatti, il Sasso Caveoso appare in tutta la sua bellezza e singolare unicità.
Nei pressi del belvedere è possibile ammirare numerose chiese rupestri, siti archeologici e il sistema arcaico di raccolta dell’acqua piovana.
Rione Casalnuovo
A primo acchito, il rione Casalnuovo potrebbe sembrare più antico del resto dei Sassi: in realtà quest’area risalirebbe al 1400, epoca in cui accolse numerosi profughi albanesi, fuggiti dalla madrepatria in seguito alla morte dell’eroe nazionare Skanderbeg e alla progressiva conquista dell’Albania da parte dei Turchi ottomani, di fede musulmana.
Proprio per questo gli albanesi, che a lungo avevano frenato l’avanzata turca, saranno accolti come martiri della cristianità.
Essendo di umili origini, le loro case saranno molto semplici dal punto di vista architettonico, caratteristica che conferirà al Casalnuovo quell’aspetto apparentemente antico che ancora lo caratterizza.
Fino al 1929 il Casalnuovo è stato separato dal resto del Sasso Caveoso da un canale naturale, detto Grabiglione, utilizzato per far defluire le acque nere nel torrente Gravina.
Nel 1929 al posto del canale sarà costruita la prima strada carrabile dei Sassi e la città sarà successivamente fornita di un sistema fognario moderno.
Rupe del Monterrone e chiese di Santa Maria de Idris e San Giovanni in Monterrone
Il Monterrone è una grande rupe calcarenitica situata nel cuore del Sasso Caveoso.
Nella parte alta della rupe sono presenti 2 chiese rupestri: Santa Maria de Idris e San Giovanni in Monterrone.
Santa Maria de Idris presenta una facciata costruita in muratura e una parte scavata che, a causa di numerosi rimaneggiamenti, conserva ben poco della struttura originaria.
Da segnalare, tra gli affreschi presenti, una Madonna con bambino e La conversione di S.Eustachio.
Questa chiesa è allacciata, tramite una piccola galleria scavata nella roccia, alla cripta rupestre di San Giovanni in Monterrone, utilizzata in passato anche come battistero.
In quest’ultima chiesa sono presenti numerosi affreschi di ottima fattura databili tra il XII e il XVII secolo, tra cui un Cristo Pantocratore, San Giovanni Battista, San Nicola, un palinsesto che mostra su uno strato il volto di Sant’Andrea e su un altro i frammenti di una vergine con bambino; in una nicchia, infine, sono visibili le figure di San Giacomo e san Pietro.
Sulla cima del Monterrone è presente una grande croce in ferro.
Il tour da prenotare alla scoperta dei Sassi di Matera
Se vuoi conoscere i Sassi di Matera da vicino c’è un bellissimo tour a piedi che ti consigliamo di fare, (link sotto) è un affasciante tour privato a piedi alla scoperta dell’architettura rupestre di questo posto unico al mondo. Da prenotare assolutamente, fidati!
Solitamente si parte dall’antica Piazza Vittorio Veneto e per circa due ore, andrai alla scoperta non solo del suggestivo centro storico di Matera ma anche delle bellissime viste panoramiche dei Sassi di Matera: un vero e proprio viaggio affascinante che ti lascerà a bocca aperta!