Casinò di Venezia: alla scoperta della casa da gioco più antica e affascinante di sempre

Storia e curiosità sul Casinò di Venezia, fondato nel 1638 e riconosciuto come la più antica casa da gioco del mondo.

Quando si parla di casinò pensiamo subito a Las Vegas e alle sue mille luci colorate, oppure allo sfarzo e all’eleganza di Monaco di Monte Carlo. Eppure, la patria del casinò per l’eccellenza è l’Italia, più esattamente la città di Venezia. Scopriamo di più sul Casinò di Venezia, sulla sua storia e su come visitare questo luogo di fascino e di mondanità.

Il casinò: un mito senza tempo

Le sale da gioco sono la cornice di alcuni dei più grandi romanzi della letteratura mondiale, i set di molte pellicole indimenticabili.

Nel tempo la società e la tecnologia evolvono, cambiano le tendenze, cambiano i modi di giocare, ma il gioco continua ad affascinare. Oggi le piattaforme di gaming online offrono la versione virtuale dei grandi classici del casino, come ad esempio le slot machine, la roulette e il blackjack.

Questi giochi, fruibili anche da dispositivi mobili come smartphone e tablet, sono tra i più apprezzati e scaricati di sempre, praticamente in tutto il mondo.

Eppure la storia di questi giochi si perde nella notte dei tempi. Gli uomini giocano sin dagli esordi della civiltà, come ci attestano diversi reperti risalenti all’epoca dei sumeri, o numerosi affreschi dell’Antica Roma.

Tuttavia, il casinò moderno come noi lo conosciamo nasce a Venezia nel 1638. E ancora oggi il Casinò di Venezia rappresenta un ritrovo per giocatori e appassionati provenienti da ogni parte del mondo.

L’imponente edificio che ospita il Casinò di Venezia è in realtà uno dei più magnifici palazzi che si affacciano sul Canal Grande, progettato alla fine del XV secolo da Mauro Codussi, su richiesta della famiglia Loredan, la sua costruzione iniziò nel 1481 e terminò nel 1509.

Come Venezia è stata la 1° città a liberalizzare il gioco

Secondo diverse fonti, che sfumano nella leggenda, nel lontano 1172 il Doge di Venezia voleva realizzare un monumento di guerra per celebrare le gesta belliche vittoriose della Serenissima. Incarica quindi dell’opera un architetto, il celebre Niccolò Barattiero.

Questo riesce a costruire il monumento esattamente secondo il gusto del Doge, realizzando un vero e proprio miracolo architettonico.

Il Doge, estremamente soddisfatto del risultato, decide di premiare il costruttore, dicendo che avrebbe esaudito ogni suo desiderio. Barattiero amava particolarmente il gioco e chiede quindi al Doge il permesso di giocare liberamente tra le due colonne che egli stesso aveva fatto erigere. Pare che così il gioco sia stato liberalizzato per la prima volta a Venezia poco meno di mille anni fa.

Il Seicento veneziano, tra feste e balli in maschera

Nel Seicento, le élite della Serenissima si incontravano di frequente per condividere sontuosi momenti di socialità: discutevano di politica, facevano affari, banchettavano e giocavano. Generalmente questi incontri godevano del segreto delle maschere.

Indossare maschere permetteva alle figure pubbliche di spicco di Venezia di agire e parlare più liberamente in un contesto pubblico. Le maschere erano estremamente funzionali, tanto per chi intesseva trame politiche, che per chi voleva incontrare un amante segreto.

Ovviamente nel periodo del Carnevale questo tipo di incontri aumentava significativamente la sua frequenza. Limitare questo genere di incontri era praticamente impossibile, il Doge decide quindi di regolamentarle. Si decide di aprire una casa da gioco ufficialmente riconosciuta del governo della Serenissima.

L’idea di fondo è quella di tenere sotto controllo l’ordine pubblico, e non solo. Le sale da gioco permettevano al governo veneziano di aumentare sensibilmente le entrate fiscali nelle casse dello stato.

Il Ridotto di San Moisè

Nel 1638 a Venezia viene inaugurato il casinò del “Ridotto di San Moisè”. La sala da gioco viene ricavata da uno dei palazzi del nobile Marco Dandolo, che ottiene una licenza da parte del governo per l’apertura ufficiale del casinò. Qui non ci si riunisce solo per giocare, come accadeva in qualunque bisca.

Qui si serviva il meglio della pasticceria veneziana, si gustavano bevande come il caffè, la cioccolata calda e il tè, tempo esotiche e costosissime al tempo. Non solo, si potevano anche gustare anche diverse specialità casearie e di salumeria, il tutto accompagnato da ottimi vini. Si tenevano anche spettacoli musicali e di teatro. La cosa guadagna presto grande fama.

Fonte: Pixabay Autore: hrohmann
Fonte: Pixabay Autore: hrohmann

Il casinò di Venezia all’epoca di Giacomo Casanova

Si stima che nel XVIII secolo a Venezia i casinò attivi fossero più di 100. Questi erano frequentati da personaggi di ogni tipo, anche da numerosi intellettuali e libertini, uno su tutti Giacomo Casanova, l’intellettuale libertino per eccellenza.

Lui amava particolarmente il gioco, come racconta egli stesso nelle sue celebri memorie. Prima di essere esiliato da Venezia, era solito passare le sue serate al Ridotto di San Moisè. Qui incontrava politici, letterati e molte delle sue amanti.

Si dice addirittura che sia stato lui stesso a inventare il termine stesso “casino” proprio per descrivere la sala da gioco, francesizzato poi in “casinò”. Il casinò di Venezia in quegli anni diventerà il modello per i casinò di tutto il mondo, che cercheranno di imitare la sua eleganza e la sua raffinatezza. Tuttavia, di tanto in tanto la sala da gioco verrà chiusa dalle autorità veneziane per questioni politiche.

Il casinò di Ca’ Vendramin Calergi

Nel Novecento la città di Venezia richiamava intellettuali e stelle del mondo dello spettacolo internazionale. Il suo casinò diventa uno dei luoghi prediletti dal jet-set internazionale. Negli anni Trenta si decide di ingrandire il casinò, aprendo una nuova elegantissima sede al Lido.

Negli anni Cinquanta si decide di riportare il casinò nel cuore della Serenissima e si sceglie come sede il palazzo Ca’ Vendramin Calergi, luogo che ancora oggi ospita la celebre sala da gioco. Il palazzo, che si affaccia direttamente sul Canal Grande, risale al XV secolo, epoca di grande splendore per la Serenissima.

È stato l’ultima dimora del celebre compositore tedesco Richard Wagner, che è morto proprio a Venezia nel 1883. Ancora oggi si può notare una targa dedicata alla memoria dell’artista su una delle facciate dell’edificio. A lui è intitolato anche un ristorante presente nel palazzo.

Inoltre, sulla facciata del palazzo che dà sul Canal Grande si trova anche un’incisione molto particolare, ovvero: “Non nobis Domine, non nobis, sed nomini tuo da gloriam”. Questo è il frammento di un salmo, diventato poi un celebre motto templare che sta a significare: “Non a noi signore, non a noi, ma al tuo nome dà gloria

Venezia è oggi una delle città più visitate in assoluto del nostro paese e il suo casinò rappresenta un punto d’attrattiva non indifferente per migliaia di turisti che decido di passare una serata indimenticabile nella Laguna.

Fonte: Pixabay Autore: bogitw
Fonte: Pixabay Autore: bogitw

Ca’ Vendramin Calergi è il luogo ideale per i grandi classici del casino: qui si trovano tanto i tavoli tipici della tradizione francese, che di quella americana. Si gioca quindi alla Roulette Francese, a Chemin de Fer, Black Jack, Punto Banco e anche alle slot machine. Il casinò ospita diversi tornei internazionali molto celebri, uno su tutti quello di Chemin de Fer.

Il Casinò di Ca’ Noghera

Nel 1999 è stata aperta una nuova sede del Casinò di Venezia, nei pressi dell’aeroporto Marco Polo. Si tratta di Ca’ Noghera, il primo Casinò in stile americano mai aperto in Italia. Vanta usa superficie da oltre 6000 mq e conta più di 550 slot machine.

Le atmosfere al suo interno sono generalmente più informali e l’offerta di intrattenimento che propone è molto ampia.

Come entrare al Casinò di Venezia

Casinò di Venezia
Casinò di Venezia

Ricorda che se alloggi in un hotel di Venezia, l’ingresso al casinò è gratuito, visitarlo è quindi un’esperienza da non perdere. Tuttavia, tieni sempre a mente alcune cose.

Per entrare al casinò è necessario portare con sé documenti che attestino il raggiungimento della maggiore età. Inoltre, non dimenticare che per entrare è necessario rispettare un dress code, valido soprattutto per gli uomini.

Le donne infatti non hanno un codice così rigido da seguire, ma è importante non indossare abiti casual, come le gonne corte.

Alcune stanze, in particolar modo la sera, potrebbero essere accessibili solo a chi indossa la giacca, che eventualmente potrà anche essere noleggiata in loco.

La sala delle slot machine è accessibile anche con abbigliamento informale, tuttavia ricorda sempre di vestire decorosamente se vuoi passare senza problemi la selezione all’ingresso e… Les jeux sont fait!

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