Il nome Okinawa significa “corda in mare aperto“, una descrizione abbastanza precisa di come si snoda questo tratto di isole nel mare, tra il Giappone e Taiwan. Composto da 49 isole abitate e un centinaio deserte, la regione presenta un clima sub tropicale.
A differenza di analoghi territori della stessa area climatica, come le isole Ogasawara, Amami e Tokara, Okinawa ha molti collegamenti aerei con il resto del Giappone, il che ne fra uno dei luoghi più frequentati per i giapponesi in cerca di vacanze e turismo, e recentemente è diventata meta amata anche da molti turisti stranieri, sebbene con meno intensità che in altre regioni.
La storia di Okinawa
Una volta regno indipendente di Ryukyu, che doveva tributi alla Cina imperiale, il gruppo di isole viene invaso da e messo sotto il controllo del regno di Satsuma, nel 1609, che però non cambiano la vocazione di questo gruppo di isole ad essere un ponte commerciale con la Cina e Taiwan.
Ryūkyū viene annessa in modo definitivo al Giappone dopo la Restaurazione Meiji nel 1879, passaggio che si traduce per la popolazione locale in ulteriori imposte e tasse da erogare e in una terribile repressione della cultura indigena locale, della sua lingua e della sua religione.
Durante la Seconda Guerra Mondiale queste isole pagano un grave tributi in termini di morti, a causa della guerra che si svolge tra le isole.
Rimasta sotto occupazione americana fino al 1972, restano ancora le basi militari statunitensi, Okinawa continua ad essere al centro di feroci polemiche tra il governo centrale e le amministrazioni locali.
Si è sviluppato un forte risentimento popolare per la presenza dell’esercito americano, non solo per il passaggio continuo di mezzi ed aerei militari ma anche per il rapporto tutt’altro che idilliaco trqa la popolazione locale ed i militari statunitensi.
Usi e costumi a Okinawa
Lingua e costumi diversi, gli abitanti di Okinawa si considerano diversi dai giapponesi della terraferma, si autodefiniscono uminchu o “gente di mare”, e preferiscono parlare nel dialetto locale, molto differente dal giapponese ufficiale.
Se Okinawa è famosa come patria natale del karatè, da qualche tempo anche la musica è diventata uno delle espressioni chiave e più famose di questo gruppo di isole, e sono tantissimi i musicisti che crescono in queste terre, famosi in tutto il Giappone.
Sul tetto o al cancello di ogni abitazione si può vedere il Okinawan Shisa un animale mitologico a due teste, cane e leone, una con la bocca aperta, per catturare la fortuna e l’altra con la bocca chiusa per conservarla.
Quando andare a Okinawa

La maggior parte delle isole Okinawa hanno clima subtropicale, con temperatura massima, a gennaio e febbraio, di circa 20 gradi.
E’ una meta popolare soprattutto in inverno, anche se spesso il cielo è nuvoloso ed i venti monsonici sono freddi. La primavera , tra marzo e aprile è un ottimo momento per recarsi nelle isole. Almeno fino a maggio, quando inizia la stagione delle piogge.
L’estate a Okinawa è calda e umida, ma tutto sommato una stagione gradevole per i turisti. Settembre è da evitare per i tifoni e ottobre novembre ritorna ad essere un buon periodo.
Come arrivare a Okinawa
La maggior parte dei visitatori arrivano a Naha, capoluogo di Okinawa. Voli nazionali la mettono in collegamento con le principali città giapponesi ed altre isole, come Miyako e Ishigaki. Bisogna fare però attenzione ai prezzi, spesso molto elevati.
Il servizio traghetti è sconsigliato per i tempi lunghi di viaggio e per le pessime condizioni dei mari intorno.
Mare e spiagge a Okinawa

Le isole sono visitate specialmente per il sole e le spiagge: qui anche in pieno inverno fa caldo, e raramente la temperatura si abbassa oltre la soglia dei 15 gradi.
Per chi ama l’avventura appuntamento d’obbligo con l’isola di Iriomote, ancora fittamente coperta da una vera e propria giungla.
Se la natura è una festa le attrazioni culturali sono invece scarse, a causa anche del teatro di guerra cui sono state protagoniste queste isole.
Di recente si è tentato di ritrovare le tracce del regno di Ryukyu,per i quali sono stati ricostruiti due importanti siti, il castello di Shuri a Naha nell’isola di Okinawa e un villaggio tradizionale Taketomi in una piccolissima isola dell’arcipelago meridionale di Yaeyama.
Non mancano tuttavia monumenti che ricordano la guerra, in particolare il Parco Memoriale della Pace a Naha.