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La Riserva di Rio Platano e la sua eccezionale biodiversità

La prima riserva naturale creata in Centroamerica nel 1980, incluso fin dal 1982 nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO

Situata intorno al Rio Platano, la riserva è ciò che rimane di foresta tropicale in Centro America, con esempi inestimabili di flora e fauna tropicali ed anche una grande comunità di indigeni che vivono qui secondo il loro tradizionale stile di vita.

Si tratta di un paesaggio montuoso che digrada verso la costa caraibica, situato nella regione Mosquita,nel nord-est dell’Honduras: una fascia di territorio di circa 15 km per 150 km che si estende nell’entroterra della Laguna de Ibans e della Laguna de Brus fino alla costa.

Le città costiere di Palacios e di Brus Laguna si trovano a circa 5 km fuori dai confini del parco, ai due lati della riserva.

La riserva protegge praticamente i 100 km del bacino del fiume Plátano e di grandi parti dei vicini fiumi Paulaya, Guampu e Sicre che formano i confini della riserva, costituita da una regione montuosa che comprende circa il 75% della riserva e le pianure costiere.

La zona montuosa presenta notevoli formazioni rocciose come il Dama Peak ed una cascata alta circa 500 m. La zona costiera è piatta o leggermente collinosa, e si apre in una serie di lagune, Ibans e Cartina e praterie soggette a inondazioni durante la stagione invernale. I due terzi superiori del corso del fiume sono un terreno montagnoso. Parte del fiume sotterraneo al di sotto enormi rocce di basalto.

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Quest’area, che resta l’unica superstite delle antiche foreste vergini tropicali in Centro America, presenta un ecosistema particolarmente affascinante nei suoi diversi biotipi, con 39 specie di mammiferi, 377 specie di uccelli e 126 rettili e anfibi finora riconosciuti abitare nella zona.

Tra questi il formichiere gigante, il tapiro, il giaguaro, l’ocelot, il puma, la lontra, il coccodrillo, il caimano, il cervo, l’aquila, i macao, l’avvoltoio reale. Tra i rettili la tartaruga verde, tartaruga caretta e la tartaruga liuto.

Il sito di Ciudad Blanca, all’interno dell’area protetta, è uno dei più importanti siti archeologici della civiltà Maya.

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Tra i resti rinvenuti anche le Piedras Pintadas, petroglifi che si trovano sul fiume, e che si pensa risalgano ad una sconosciuta civiltà precolombiana.

L’area si può raggiungere sia in aereo, con piccole piste di atterragio disponibili a Belen e Lempira, con aeromobili di ridotte dimensioni. Altrimenti in barca da La Ceiba e Trujillo, anche se le partenze non sono frequenti.

Altro modo di raggiungere la riserva è via terra, con fuoristrada e piccoli bus collettivi che arrivano fino a Batalla e Las Marisa, da dove poi il viaggio prosegue risalendo il fiume con imbarcazioni locali a motore o a remi, le “pipante”, come vengono chiamate, che permettono di esplorare la zona.

Non ci sono strade, quindi il viaggio in fiume è l’unica possibilità per spingersi all’interno. Sono disponibili anche imbarcazioni private, che si possono affittare e che generalmente permettono un’escursione di due-tre giorni, per un equipaggio limitato, circa tre o quattro posti. Bisogna comunque concordare il prezzo prima di intraprendere il viaggio, ed è conveniente saper parlare lo spagnolo per avere maggiori opportunità di contrattazione.

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Tra le altre interessanti cose da farte, oltre ad ammirare la natura ed i siti archeologici, nella riserva si può entrare in contatto con le comunità indigene locali della Ruta La Moskitia Ecotourism Alliance, che offrono i servizi turistici per i visitatori e permettono agli indigeni una forma di reddito grazie alle escursioni ed alla possibilità di pernottare presso i loro villaggi, a Belen, Raista, Brus Laguna, Plaplaya, Batalla, Les Marias, dove sono intensi anche gli scambi culturali, tra danze e musiche, canti e racconti locali.

Tra le altre attività kayak, nuoto, trekking, e canoa sono ideali per inoltrarsi nel profondo della foresta e scoprirne le bellezze nascoste.

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