Santiago de Compostela è una delle mete più visitate dai pellegrini di tutto il mondo, specialmente da francesi, tedeschi ed italiani. Addirittura l’UNESCO nel 1985 ha dichiarato sia Santiago che tutto il cammino, come patrimonio dell’umanità.
La storia del Camino di Santiago de Compostela
Nel 1987 il Consiglio d’Europa dichiarò “itinerario culturale europeo” tutti quei percorsi intrapresi dai pellegrini per giungere fino a Santiago de Compostela, riconoscendone l’importanza religiosa e culturale e stanziando dei fondi appositi per promuovere “el camino de Santiago”
Il cammino si può cominciare da diverse località, sia francesi che spagnole, e si conclude sempre nella magnifica cattedrale dedicata a San Giacomo.
L’inizio di questo pellegrinaggio ha radici lontane nel tempo e per capirne il profondo significato bisogna risalire ai tempi di Gesù.
Giacomo, figlio di Zebedeo e Salomè, fu tra i primi seguaci di Gesù; egli lo soprannominò, insieme al fratello Giovanni, “figlio del tuono“, per il temperamento impetuoso.
Alla morte del Nazzareno Giacomo si rivelò una pietra miliare per la comunità cristiana di Gerusalemme; la tradizione vuole che si sia recato anche in terra di Spagna per predicare, ma al suo ritorno in Terra Santa lo aspettò un triste destino.
Era l’anno 44 quando il re Erode Agrippa lo fece decapitare, rendendolo così il primo apostolo martire. Secondo la leggenda i suoi discepoli riuscirono a recuperare il corpo che miracolosamente, trasportato da una barca guidata da un angelo, arrivò sulle coste della Galizia.
Nel corso dei secoli le persecuzioni scoraggiarono le visite in quel posto dove sarebbe stato seppellito il corpo di San Giacomo e così non se ne ebbero più notizie fino all’813, quando l’eremita Pelayò vide degli strani effetti luminosi, simili a stelle, provenienti dal monte Liberon.
Questi fenomeni misteriosi giunsero all’orecchio dell’allora vescovo, Teodomiro, che si interessò e fece compiere degli scavi nella zona, riportando alla luce una tomba dell’epoca romana contenente tre corpi, di cui uno decapitato e recante l’incisione “Qui giace Jacobus, figlio di Zebedeo e Salomè”.
Proprio da questo evento potrebbe derivare la parola “Compostela” da “Campus Stellae”, ovvero campo della stella, oppure da “Compos Tellum”, cioè terreno di sepoltura.
In seguito a questo ritrovamento il re Alfonso I il Casto fece costruire in quel luogo un tempio, che ben presto fu scelto dai monaci benedettini come loro dimora. Iniziarono così i primi pellegrinaggi, inizialmente solo dalla Galizia, poi da tutta Europa.
Già nel IX secolo Santiago aveva assunto un ruolo centrale per la Cristianità al punto che il vescovo di Santiago, come autorevolezza, era secondo solo al Papa di Roma e un pellegrinaggio in questa terra era importante come uno svolto a Gerusalemme o a Roma. Nel 1075 cominciarono i lavori di costruzione della cattedrale che fu terminata e arricchita da varie reliquie dal vescovo Diego Xelmirez.
Storicamente i pellegrini arrivavano a Santiago anche via mare, soprattutto nel periodo favorevole, cioè in primavera ed estate, compiendo così un tragitto sicuramente più corto ma anche meno pericoloso, considerando la criminalità che c’era allora lungo le strade.
Le strade percorse via terra erano differenti, anche a seconda del luogo da cui proveniva il pellegrino, ad esempio dall’Italia si percorreva la via Francigena, per allacciarsi poi con la Tolosana fino ad arrivare ai Pirenei. Per attraversare questi alti monti i passi più frequentati erano due Roncisvalle e Somport.
L’esperienza del Camino di Santiago de Compostela
Ancora oggi i pellegrini percorrono le stesse stradine di campagna che fin dal Medioevo videro milioni di viandanti intraprendere il cammino di Santiago.
Sono diffuse diverse associazioni come l‘Asociaciòn de Amigos de los Caminos de Madrid e l’Asociaciòn de Estella che si impegnano per studiare gli antichi tracciati per non perdere la memoria di questa tradizione con radici antichissime.
Le “regole” del Cammino di Santiago de Compostela
Il cammino di Santiago è lungo circa 800 km diviso in 25 tappe circa.
Chi vuole provare questa esperienza con spirito cristiano, come un autentico pellegrinaggio deve rispettare alcune basilari regole.
Il cammino di Santiago de Compostela si deve fare a piedi, o in alternativa in bicicletta o a cavallo, ma non sono ammessi mezzi di locomozione a motore.
Per chi lo desidera, una volta arrivati alla Cattedrale, si può ricevere un attestato in lingua latina che certifica il cammino effettuato, ma al fine di prendere questo diploma bisogna dimostrare di aver percorso almeno 100 chilometri a piedi o 200 con la bicicletta.
A onor del vero c’è da dire che non tutte le persone che fanno questa scelta sono mosse da uno spirito cristiano, c’è chi semplicemente lo prende come una sfida personale, come un gesto sportivo, perché comunque fare questo cammino significa riscoprire dei luoghi e dei paesaggi dalle tradizioni antiche, ma ancora vive!
E’ interessante sottolineare che il sito degli Amici del Cammino di Santiago di Madrid, tra i consigli sul come affrontare questo viaggio, evidenzia il fatto di portare con se la conchiglia Jacopea, per distinguersi dai semplici turisti!
Il cammino, che ovviamente si svolge in più giorni, prevede delle tappe in luoghi attrezzati; siamo in aperta campagna, ma molti sono gli albergues o hospitales dove poter trascorrere la notte e rifocillarsi.
Alcuni non chiedono nulla, danno ospitalità gratuitamente e si sostentano solo con le offerte che vengono elargite dai pellegrini. Altri invece si fanno pagare giusto il minimo per sopperire alla spese per il mantenimento della struttura.
Addirittura nei periodi in cui l’afflusso dei viandanti è maggiore anche la gente del posto apre le proprie case offrendo ospitalità, senza pretendere niente in cambio; lo fa senza scopi di lucro, sono persone che hanno già compiuto il cammino almeno una volta e con spirito altruista ricambiano l’ospitalità ricevuta a sua tempo.
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Sicuramente un’esperienza che lascia il segno sia sotto il punto di vista spirituale che in quello sociale. Il cammino è molto variegato e permette di vedere posti stupendi, conoscere splendida gente e naturalmente portarsi a casa un bagaglio socio-culturale non indifferente.